Dopo i piatti per le feste natalizie, abbiamo pensato ad un piatto perfetto per la primavera. Il sapore fresco della verza si unisce a quello deciso dello speck per creare un piatto assolutamente unico, reso speciale dalla farina di grano saraceno. Il grano saraceno è un cereale di origine asiatica caratterizzato da un sapore particolarmente intenso e leggermente amarognolo. Se non amate il suo gusto, potrete semplicemente sostituire la farina di grano saraceno con una pari quantità di farina integrale o farina di farro.
Ecco gli ingredienti per 4 persone: per la pasta vi serviranno 250 grammi di farina bianca “00” e 250 grammi di farina di grano saraceno, 1 uovo e un pizzico di sale. Per il ripieno: 250 grammi di verza, 100 grammi di speck, 125 ml di panna da cucina, 1 cucchiaio di farina bianca “00”, mezza cipolla, un cucchiaio di parmigiano, 20 grammi di burro, noce moscata, sale e pepe quanto ne basta. Infine per il condimento: 2 cucchiai di parmigiano, erbe aromatiche miste (timo, maggiorana, salvia e prezzemolo), 80 grammi di burro e otto fette di speck.
Cominciamo dalla pasta: impastate i due tipi di farina con l’uovo fino ad ottenere un composto sodo ed omogeneo, e lasciatelo riposare per mezz’ora in frigo avvolto in una pellicola.
Intanto iniziamo a lavorare al ripieno. Pulite, lavate e scottatele in acqua bollente. In una padella rosolate la cipolla tritata con il burro, aggiungete lo speck e la verza tritati, unite la farina e la panna e condite con sale, pepe, noce moscata e il parmigiano.
Stendete la pasta fino a 1 millimetro di spessore (potete usare una sfogliatrice se disponibile) e ricavatene dei quadrati di 4 centimetri di lato. Disponete un cucchiaino di ripieno e richiudete i fagottini piegandoli lungo la diagonale e sigillando bene i bordi.
Mentre i fagottini cuociono in abbondante acqua bollente (sono sufficienti 4 minuti), mescolate il burro per il condimento alle erbe aromatiche, scolate poi i fagottini e saltateli in padella con il burro aromatizzato. Infine rosolate le fette di speck intere in una padella, e ponete due fette sopra ciascun piatto come decorazione, insieme ad un altro po’ di parmigiano. Potete acquistare lo speck già affettato in qualsiasi supermercato o dal vostro salumiere di fiducia, oppure affettarlo voi stessi con un’affettatrice casalinga, che vi permetterà anche di ottenere fette dello spessore che preferite. Per scoprire le migliori affettatrici casalinghe in commercio basta cliccare qui: http://www.primariepd2013.it/affettatrice/
Parlando di salute e di vivere bene non tutti considerano quella che è l’importanza del sonno. Questa delicata fase della nostra giornata, infatti, rappresenta senza dubbio un tassello fondamentale che può influire tantissimo sulla nostra salute andando a modificare anche quella che è la percezione che abbiamo del mondo e del nostro corpo in relazione ad esso.
In particolare, può risultare molto utile dare un’occhiata a tutti i fattori che in qualche modo possono essere influenzati da questa abitudine.
Il primo organo a risentire dell’importanza del sonno è senza dubbio il cervello il quale, anche quando dormiamo, è sempre in continua attività. A questo proposito però c’è da dire che durante le ore di sonno anche il cervello, seppur continuando a lavorare, riesce a mantenere un regime molto più tranquillo che gli permette in un certo qual modo di riposare al meglio.
Dormire bene, sia sa un punto di vista quantitativo che qualitativo aiuta anche a mantenere un’attività celebrale attiva e stabile.
L’importanza del sonno passa anche per delle conseguenze fisiche non da poco che possono influenzare di molto anche la nostra condizione di salute generale. In linea di massima c’è da dire che il nostro corpo vive lo stress legato alle poche ore di sonno in maniera decisamente traumatica. Anche se non si compiono sforzi particolarmente importanti durante il corso di tutta la giornata è importante sottolineare che il nostro fisico necessita comunque di un numero di ore sufficienti per “ricaricare le pile”.
A questo proposito gioca un ruolo molto importante la scelta del letto (letto matrimoniale, oppure letto a castello, potete visitare questo sito per maggiori informazioni al riguardo e la qualità del sonno che può dipendere da vari fattori. In ogni caso ricorda che dormire poco, con il passare del tempo, può indurre a conseguenze realmente gravi e irreversibili.
Quante volte borbottiamo: “avrei bisogno di una vacanza!”. E una frase che va di moda? No, è un’esigenza che parte dal profondo dei nostri desideri. Dopo tanto studio e duro lavoro, sentiamo il bisogno di staccare la spina e prendere il primo volo che ci porta dritti in un posto lontano dal nostro, mai conosciuto prima, e davanti a noi: nuovi paesaggi, nuovi occhi e nuovi modi di vivere.
E’ un bisogno reale quello che anima la sfrenata voglia di viaggiare? Certo che sì, ognuno lo fa con un’intenzione e un’emozione precisa. C’è chi lo fa per ricercare se stesso, chi per approfittare di quell’entusiasmo passeggero che spinge ad esplorare nuovi luoghi, nuove culture, nuove idee, perché, chiudersi esclusivamente nella propria, esclude la possibilità di godere del sole dell’Africa, del verde dell’Amazzonia, del grigio di Londra, delle luci di New York. Soggiornare lontani da casa ci fa sentire vivi, felici di vivere una realtà che può rivelarsi più confidenziale di quanto si creda.
Basta sentire il sapore di quel mondo, specchiarsi nei riflessi della nuova terra, negli occhi della gente che la popola per capire il loro modo di pensare, le loro abitudini, i loro punti di vista, poichè il viaggio è istruttivo, stimolante. Che sia una vacanza estiva in una spiaggia assolata di un’isola caraibica o invernale nel cuore delle Alpi, in ogni caso è necessario respirare aria nuova per rinfrescare i polmoni dalla piatta quotidianità.
“La cosa più bella di una vacanza dovrebbe essere quella di lasciarsi tutto alle spalle e fare cose inaspettate”
Ricercare il sole, salire sulla vetta dei nostri desideri per sentirsi spensierati e felici. Osservare l’alba e i tramonti, il giorno e la notte in un luogo che ha il potere di allontanare lo stress e farci ritrovare le gioie necessarie per un nuovo inizio.
Quando ce ne andiamo da un posto, lasciamo lì una parte di noi che poi ritroviamo se ci torniamo
Per cui, alternare periodi lavorativi con periodi di svago e riposo, è importante. Nulla distenderà meglio i nervi di un viaggio fatto col cuore e la mente: i due unici bagagli. Viaggiare non vuol dire sfuggire dai propri doveri, dai compiti che siamo soliti fare; il giusto ozio serve a rigenerare se stessi, la mente, i pensieri, i desideri..e tutto avrà un sapore decisamente più nuovo e meraviglioso.
100 gr. di Farinpiù Piselli (per gli sformati),
50 gr. di Farinpiù Piselli (per la crema),
6 uova,
100gr. di piselli freschi,
60 gr. di pancetta affumicata a cubetti,
150 gr. di ricotta fresca,
mezzo litro di panna fresca,
1 carota,
1 costa di sedano,
1 foglia di alloro,
mezza cipolla,
prezzemolo,
noce moscata,
olio extra vergine d’oliva,
sale e pepe.
Per gli sformati, preparate un brodo vegetale con mezzo litro di acqua calda, mezza cipolla vestita (con buccia), la costa di sedano, la carota, un pizzico di sale grosso e un po’ di prezzemolo. Dividete 3 tuorli dagli albumi, sbatteteli con una frusta unendovi 3 uova intere, la ricotta e i 100 gr. di Farinpiù Piselli. Amalgamate bene, correggete di sale e aggiungete una spolverata di noce moscata e un filo di olio. Lasciate riposare per 10 minuti, poi versate l’impasto ottenuto in 4 stampini precedentemente imburrati o foderati di carta forno.
Nel frattempo, sbollentate i piselli per 10 minuti, scolateli e lavateli in acqua fredda. Rosolate la pancetta fino a renderla croccante. Infornate quindi i 4 sformati realizzati in precedenza e cuocete a 180° C per 30 minuti circa. Controllate la cottura inserendo negli sformati uno stuzzicadenti: quando questo uscirà asciutto, gli sformati saranno pronti. Preparate una crema di piselli facendo rosolare in una casseruola, uno spicchio di aglio in un cucchiaio di olio. Togliete l’aglio, aggiungete a pioggia Farinpiù Piselli e, mescolando regolarmente, unite 1/4 di litro di brodo vegetale. Aggiustate di sale.
Versate la crema in un piatto e adagiatevi sopra lo sformato. Guarnite con la pancetta croccante e i piselli, disponendoli a cerchio.
Servite con un Nature Pinot Nero Oltrepò Pavese – Monsupello, in alternativa Oltrepò Pavese Pinot Nero Extra Brut Cuvée Bussolera 2006 – Le Fracce.
Suggerito da Stefano Zaghini, Sommelier
Sapete qual è il nome più diffuso al mondo? O quanto dura un anno su Venere? O che tipo di pioggia incontrerete se vi doveste trovare su Saturno? Alcuni fatti sembrano troppo incredibili per essere veri, eppure per quanto lontani dalla realtà possano apparire, ognuna di queste curiosità è stata provata.
Il nome più diffuso al mondo è Muhammad
Cè abbastanza acqua nel lago Superiore da poter coprire sia il Sud che il Nord America
Il suo bacino contiene 12.100 km2 di acqua; abbastanza per coprire lintero continente americano.
Il decimo presidente degli Stati Uniti, John Tyler, è nato nel 1790 e ad oggi ha due nipoti ancora vivi
John Tyler ebbe 15 figli, tra i quali Lyon Gardiner, nato quando suo padre aveva 63 anni. Lyon, a sua volta, ebbe due figli in tarda età: uno nato nel 1924 e laltro nel 1928; rispettivamente alletà di 71 e 75 anni. Al giorno doggi, entrambi sono ancora vivi.
New York è più a sud di Roma
La Russia ha una superficie più vasta di Plutone
La Norvegia e la Corea del Nord sono divisi da un solo paese
Il Bangladesh ha più abitanti della Russia
Bangladesh 145.700.000 abitanti. Russia 144.900.000. Densità popolazione Bangladesh 1119/km2. Russia 8/km2
Su Giove e su Saturno piovono diamanti
Secondo gli esperti, i fulmini, agendo sul metano, innescano cambiamenti chimici che portano alla nascita di nuclei di carbonio in forma cristallina. A contatto con latmosfera, essi subiscono condizioni di pressione e temperatura tali da trasformarli in veri diamanti. Si è addirittura stimato che in questo modo solo sul pianeta inanellato si formerebbero mille tonnellate di diamanti all’anno.
LAlaska, è contemporaneamente lo stato più a est e quello più a ovest degli USA, oltre ad essere il più a nord.
Quando uscì Guerre Stellari in Francia era ancora in uso la ghigliottina
Il 10 settembre 1977 venne decapitato Hamida Djandoubi, lultimo uomo ad essere giustiziato in Francia. Guerre Stellari debuttò nei cinema americani il 24 maggio dello stesso anno e fu trasmesso in Francia in ottobre.
Il Tirannosauro Rex è più vicino alla comparsa delluomo che a quella dello Stegosauro
Contrariamente a quanto si immaginava vedendo film e cartoni animati, i dinosauri hanno vissuto in epoche diverse. Quando il Tirannosauro Rex dominava il pianeta, lo Stegosauro era già estinto da 90 milioni di anni. Tra il T-Rex e luomo passano circa 65 milioni di anni.
Leroina veniva data ai bambini per curare la tosse
La Bayer commercializzò eroina dal 1890, vendendola in sciroppo per la tosse. Nel 1899 fu chiaro che la medicina provocava dipendenza, ciononostante la casa farmaceutica tedesca continuò a venderla fino al 1912, dopo che gli studi avevano già chiarito la pericolosità della sostanza. Ecco come la Bayer pubblicizzava leroina
In Georgia è stata persa una bomba nucleare e tuttora non si trova
Nel 1958, a seguito di un incidente aereo, venne sganciata una testata atomica non detonizzata al largo delle coste della Georgia. Le ricerche non portarono mai al ritrovamento della bomba, che venne dichiarata persa. Esperti dellareonautica militare sostengono che, se la bomba è ancora intatta, il rischio di perdita di sostanze tossiche è relativamente basso.
Un giorno su Venere è più lungo di un anno
La rotazione sul proprio asse di Venere avviene in maniera contraria agli altri pianeti ed è molto lenta. Il pianeta impiega 243 giorni terrestri per ruotare su se stesso; mentre completa una rivoluzione intorno al Sole in 225 giorni terrestri, facendo in modo che un anno sia più corto di un giorno.
La sedia elettrica è stata inventata da un dentista
Alfred P. Southwick fu un dentista americano di Buffalo. Nel 1881 assistette alla morte di un uomo entrato in contatto con un generatore di elettricità; la morte rapida delluomo lo convinse a pensare che la corrente elettrica fosse un metodo più umano per le esecuzioni capitali. Nel 1890 assistette alla prima esecuzione di un condannato e ne rimase stupefatto, tanto da affermare che da quel giorno, il mondo avrebbe vissuto in un livello di civilizzazione più alto.
Per ogni umano ci sono circa 1.6 milioni di formiche
Secondo gli scienziati, sommando il numero degli insetti, il loro peso sarebbe identico a quello di tutti gli esseri umani viventi sul pianeta.
Cleopatra è più vicina allinvenzione dellIphone che alla costruzione delle piramidi
Cleopatra nacque nel 69 a.C.; le prime Piramidi si pensa siano state costruite intorno al 2700 a.C, mentre il primo Iphone fu inventato nel 2007.
Quando furono costruite le piramidi i mammut erano ancora vivi
In unisola del Mar Glaciale Artico sono stati rinvenuti resti di mammut risalenti a 3700 anni fa, ovvero il 1700 a.C. Se la datazione è corretta, una piccola popolazione sarebbe sopravvissuta a lungo prima di estinguersi definitivamente, facendo risalire la loro scomparsa dopo la costruzione della Piramide di Cheope.
Ci sono più sinapsi nel cervello che stelle nella nostra Galassia
Secondo gli scienziati un uomo adulto ha circa 500 miliardi di sinapsi (connessioni nervose), mentre un bambino di tre anni ne ha un quadrilione. Gli astronomi sostengono che nella Via Lattea ci siano circa 200 miliardi di stelle.
Un uomo ha venduto la Torre Eiffel
Un uomo ha ricevuto la Medaglia donore sia dallAsse che dagli Alleati
Ctenobrycon spilurus, pesce noto come Silver tetra o Tetra argentato, è un esponente della famiglia dei Caracidi.
Trova origine in natura nella parte meridionale del continente americano, Guyana e Venezuela nello specifico, dove vive nelle acque rese limpide dalla corrente ma si trova a suo agio anche in quelle più calme in prossimità della riva.
Il corpo si presenta alto e particolarmente compresso, il muso piccolo e le labbra di discrete dimensioni.
Le pinne non mostrano notevole ampiezza, al contrario: la pinna dorsale è piuttosto sviluppata in altezza ma parecchio stretta, seguita da una piccola pinna adiposa, la caudale risulta bilobata e caratterizzata da una macchia scura, la pinna anale e quelle ventrali sono piccole anche se ben evidenti.
La colorazione di fondo della livrea si mostra di un tenue verde oliva che varia sino al marrone, ma i fianchi ed il ventre dello Cterobrycon spirulus si presentano notevolmente più chiari mostrando evidente colorazione argentea più o meno scura con lievi riflessi bluastri.
In prossimità del peduncolo caudale notiamo la sopracitata macchia scura, di un denso blu inchiostro, ed una banda longitudinale leggermente brillante attraversa il corpo del pesce che mostra sempre evidenti riflessi metallici.
La pinna anale e quelle ventrali hanno una colorazione leggermente più evidente delle altre, riflessi gialli e azzurri anche se blandi.
Il comportamento di Ctenobrycon spilurus è tendenzialmente pacifico: il discorso cambia se divide la propria convivenza con pesci di taglia inferiore, può manifestare aggressività e mordere le pinne dei malcapitati fino a strapparle.
Anche in acquario non cresce oltre gli 8 cm di lunghezza, ha un nuoto piuttosto vivace e veloce, necessita di discreti spazi per poter vivere il suo nuoto in tutta libertà.
Il dimorfismo sessuale non è eclatante: le femmine però presentano il ventre più infossato rispetto agli esemplari maschi.
Per quanto concerne la sua alimentazione, Ctenobrycon spilurus è onnivoro, meglio quindi fornire a questo pesce una dieta più varia possibile, verdure, anche fresche e sbollentate, cibo liofilizzato, congelato, etc.
Vive bene in acqua di media durezza, non superiore ai 10°dgh, e possiamo tenerlo in vasche non particolarmente capienti come necessita per altre specie.
Un ph neutro o leggermente acido ed una temperatura che oscilla dai 20 ai 28°C va a completare il quadro degli essenziali parametri chimico-fisici dell’acqua.
Non presenta particolari esigenze, vive bene in gruppo, e quando si accinge alla riproduzione la coppia si esibisce in una curiosa serie di giri veloci effettuati con un nuoto particolarmente rapido, dopodichè in mezzo alla vegetazione la femmina si appresta a deporre le uova.
Se diamo le giuste condizioni all’acquario Ctenobrycon spilurus può arrivare alla riproduzione senza problemi dando alla luce davvero una notevole quantità di piccoli.
L’invidia è al giorno d’oggi un sentimento sempre più comune, in un mondo in cui è migliore colui che “appare” in una luce più favorevole: l’altro veste con abiti più costosi dei miei, ha un fisico più bello, ha la macchina più lussuosa. Dunque è un’emozione che nasce dal confronto tra sé e l’altro, sgradevole e inconfessabile soprattutto quando la si prova per persone vicine a noi. Diviene a poco a poco un tarlo che rode dal di dentro e, secondo le Neuroscienze, provare invidia provoca una sensazione negativa vicina al dolore fisico.
Ma cos’è esattamente?
E’ rammarico e risentimento che si prova per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, per il cattolicesimo è uno dei 7 peccati capitali, per il buddismo è il fattore mentale che porta all’odio. Aristotele sosteneva che “noi invidiamo coloro il cui successo risuona come un rimprovero fatto a noi”.
Spesso però, quando siamo noi a provarla, facciamo fatica a riconoscerla, accettarla (per un senso di vergogna perché è un’emozione ripugnante) e quindi eliminarla. Ma quali sintomi ci aiutano a riconoscerne la presenza?
Allora cercare di prevenire questi atteggiamenti è un buon punto di partenza per non cadere nelle grinfie dell’invidia.
Questi pochi ma inequivocabili sintomi, chiari segni della presenza dell’invidia, ci catapultano nella solitudine. Linvidioso infatti è solo e triste perché il suo desiderio più profondo e lacerante è quello di sottrarre allaltro i suoi beni per appropriarsene e goderne al suo posto. A ciò si accompagna in genere la sensazione, da parte di colui che invidia, che quello che laltro possiede sia immeritato. Di qui la necessità, per linvidioso, non soltanto di soddisfare la propria brama (“Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bel reame?”), ma di provocare la sofferenza, o la privazione, nellaltro (“Cacciatore, va nel bosco, uccidi Biancaneve e portami il suo cuore!”).
Questo complesso intreccio di sentimenti viene efficacemente rappresentato nelliconografia classica che ritrae linvidioso come personaggio dai tratti eccessivi, caricaturali, solitamente impegnato a osservare da lontano, con sguardo torvo e malevolo, la legittima soddisfazione di qualcuno. Non a caso le fiabe mostrano come le vite delle principesse belle, giovani, buone e amate da tutti, ad un certo punto sono turbate dallinvidia di una strega o matrigna che arriva ad odiarle fino a desiderarne la morte
Cosa si può fare per non diventare invidiosi professionisti?
Cerchiamo di essere meno critici verso gli altri, meno polemici nei confronti di chi ci circonda e meno giudicanti per essere un bersaglio sempre meno appetibile per sentimenti negativi e vivremo in modo più positivo. E proprio la trasformazione dell’invidia in una forma positiva e sana di competitività può forse essere una delle strade per il suo superamento.
Insomma: BE HAPPY, e… lasciamo che siano gli altri a diventare verdi d’invidia!
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